La Commissione I, Affari Costituzionali, della Camera, dopo avere deliberato
l’istituzione di una indagine conoscitiva sullo stato
dell’informatizzazione della P.A., continua le audizioni.
Il secondo intervento in Commissione (dopo quello di Pistella, Cnipa) è stato del capo del Dipartimento per l’innovazione e le tecnologie della Presidenza del Consiglio, Stefano Luigi Torda.
Solo il 32 per cento della spesa per l’acquisto di beni e
servizi per l’ICT e le comunicazioni va a gara pubblica
Di grande interesse il dato statistico riportato sulla spesa sostenuta nel 2007 per l’acquisto di beni e
servizi per l’ICT e le comunicazioni, per tutta la pubblica
amministrazione centrale e periferica, pari a circa 3 miliardi di euro, di cui “il
30 per cento della spesa per l’acquisto di beni e servizi è impegnata
mediante affidamento in house; il 32 per cento a seguito di gara; il 25
per cento con procedura negoziata; il 7 per cento in convenzione con la
Centrale acquisti Consip; e il 6 per cento in economia“.
Di seguito il testo integrale dell’audizione.
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Camera dei Deputati
Commissione I Affari costituzionali
Indagine conoscitiva sull’informatizzazione delle pubbliche amministrazioni
Intervento di Stefano Luigi Torda – capo del Dipartimento per l’innovazione e le tecnologie della Presidenza del Consiglio dei ministri
Seduta di mercoledì 26 novembre 2008
“Signor presidente, onorevoli deputati, in questa relazione toccherò brevemente alcuni punti, quali risultano dal programma dell’indagine conoscitiva della Commissione affari costituzionali della Camera.
Il primo punto è quello dell’adeguatezza e della coerenza del quadro normativo.
Il Codice dell’amministrazione digitale supera l’approccio settoriale proprio della normativa in materia di informatizzazione in favore di una regolamentazione unitaria e coerente.
È un esempio a livello internazionale, che recepisce tutte le disposizioni comunitarie in materia di ICT (Information and Communication Technology) della pubblica amministrazione.
Questo codice necessita di alcuni interventi perché diventi davvero efficace.
Vorrei qui sottolineare che nei due collegati alla finanziaria approvati alla Camera e al Senato sono presenti norme che riguardano intanto una delega per modifiche al Codice dell’amministrazione digitale e alcuni elementi quali il certificato medico on line, la pubblicità on line sui siti informatici istituzionali, l’effettiva attivazione del VoIP, l’accelerazione del sistema di pluriconnettività.
Questo riguarda la normativa primaria, ma ferve un’attività che riguarda la normativa secondaria.
Stiamo mettendo a punto in modo accelerato regole tecniche in materia di firma digitale, dematerializzazione e conservazione dei documenti, fatture elettroniche, pagamenti elettronici, gestione bilanci di impresa in formato elettronico, comunicazione unica di impresa, modifiche e regole tecniche della Carta nazionale dei servizi, disposizioni in materia di posta elettronica certificata, disposizioni in materia di voce tramite protocollo Internet e tessere di riconoscimento dei ministeri modello AT.
Questo è, in sintesi, il quadro normativo.
Ritengo che, nel giro di alcuni mesi, saremo in grado di accelerare notevolmente l’attuazione effettiva del Codice dell’amministrazione digitale.
Il secondo punto riguarda la governance del sistema e quindi meccanismi di raccordo tra Stato, regioni ed enti locali.
In questo momento la governance del sistema è incentrata su due comitati.
Il Comitato dei ministri per la società dell’informazione è composto dal Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione, professor Brunetta, che lo presiede, e dai Ministri dello sviluppo economico, attuazione del programma di governo, beni e attività culturali, economia e finanze, interno, lavoro, salute e politiche sociali, politiche europee, istruzione, università e ricerca, esteri e rapporti con le regioni.
Questo Comitato ha il compito di assicurare l’impulso dell’attività di governo e il coordinamento dell’azione di diverse amministrazioni centrali dirette a sviluppare la società dell’informazione. Esso dispone di un fondo stanziato dalla finanziaria anno per anno a questo scopo.
L’altra grande struttura è la Commissione permanente sull’innovazione tecnologica nelle regioni e negli enti locali che, nella precedente legislatura, era presieduta dal Ministro degli affari regionali e che, in questa legislatura, è presieduta dal Ministro per l’innovazione per delega del Presidente del Consiglio dei ministri.
Questa commissione è composta da rappresentanti di alcune amministrazioni centrali – affari regionali, interno, salute, politiche sociali, economia, sviluppo economico – ma anche, soprattutto, dai membri nominati dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome, dall’ANCI, UPI e UNCEM.
Questa commissione è il luogo dove si realizzano – e questo per richiesta specifica delle regioni e degli enti locali, sulla quale il Ministro Brunetta ha dato ogni assicurazione – la definizione e l’attuazione di politiche efficaci e di strategie coerenti sui temi della società dell’informazione, laddove le cose vadano fatte d’intesa tra amministrazioni centrali e amministrazioni regionali e locali.
È appena il caso di notare che, riguardo a quest’ultimo organo, il passaggio della delega al Ministro per l’innovazione assicura una forte governance del sistema perché, a questo punto, sia il comitato dell’amministrazione centrale, sia quello delle amministrazioni regionali, sono presieduti dal Ministro per l’innovazione.
Va poi citato il CISIS, che è l’associazione tra le regioni e le province autonome, costituita al fine di garantire un efficace coordinamento di strumenti informativi e geografici di informazione statistica, con cui abbiamo continui e positivi rapporti.
Per finire, vi è la Conferenza permanente sull’innovazione tecnologica, anch’essa un organo presieduto dal Ministro per l’innovazione, composta dal capo del Dipartimento innovazione, dal presidente del CNIPA, nonché dai responsabili designati da ciascuna amministrazione centrale, che ha compiti di consulenza, soprattutto tecnica, in materia di sviluppo e di attuazione dell’innovazione tecnologica.
Credo, quindi, che il quadro sia abbastanza chiaro; naturalmente questo viene consegnato al giudizio della Commissione.
Il quarto punto che vorrei trattare concerne l’individuazione di standard e obiettivi di efficienza e misurazione dei risultati della pubblica amministrazione.
Credo che, su questo, vada citato il disegno di legge S. 847, presentato dal Ministro Brunetta, che titola «Delega al Governo finalizzata all’ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico» e che prevede, sostanzialmente, l’istituzione di un organismo centrale, di un’agenzia, che opera in collaborazione tra Ministero della funzione pubblica, Ministero dell’economia e Ragioneria generale, per indirizzare, coordinare e sovrintendere all’esercizio indipendente delle funzioni di valutazione; per garantire la trasparenza di sistema e valutazione degli indicatori di produttività e qualità del rendimento del personale; per assicurare comparabilità e visibilità degli indici di andamento gestionale, informando – attualmente – il Ministro per l’attuazione del programma di Governo sull’attività svolta. Un’iniziativa, quindi, che ritengo forte, importante, e che vede per la prima volta un organismo specificamente destinato alla misura delle performance della pubblica amministrazione.
Un altro argomento che ricavo dal programma dell’indagine conoscitiva della Commissione riguarda i dati di spesa in ICT della pubblica amministrazione centrale.
Darò di seguito alcuni dati.
La spesa esterna per l’acquisto di beni e servizi per l’ICT e le comunicazioni, sostenute dall’amministrazione centrale e dagli enti pubblici non economici, nel 2007 è stata pari a 1.597 milioni di euro. La spesa interna del personale ICT è stata pari a 507 milioni di euro.
Entrambi i valori – sia la spesa esterna per l’acquisto di beni e servizi, sia la spesa interna per il personale – sono leggermente diminuiti rispetto al 2006 di circa l’1 per cento. Rimane costante la spesa per dipendente e diminuisce leggermente la spesa per posto di lavoro.
Complessivamente, la spesa sostenuta nel 2007 dalle amministrazioni centrali e dagli enti pubblici non economici, è stata pari a 2.104 milioni di euro.
La spesa sostenuta nel 2007 dalle amministrazioni delle regioni e degli enti locali, invece, è stata stimata intorno ai 1.370 milioni di euro, ovvero quasi 800 milioni di euro per l’ICT e 577 milioni di euro per le comunicazioni. Questo dato riguarda soltanto l’acquisto di beni e servizi.
Abbiamo, quindi, una spesa complessiva, per tutta la pubblica amministrazione centrale e periferica che, al di là dell’esattezza delle cifre, si aggira intorno ai 3 miliardi di euro all’anno. Considerando anche il personale, evidentemente tale cifra sale.
La domanda pubblica, negli ultimi anni, sta subendo dei mutamenti, dal punto di vista non solo quantitativo, ma anche qualitativo. Cresce la spesa per i servizi e per il software applicativo, mentre diminuisce la spesa destinata all’acquisto di hardware per la gestione delle reti e della telecomunicazione.
Fornisco di seguito alcuni dati che probabilmente possono essere utili alla Commissione: il 30 per cento della spesa per l’acquisto di beni e servizi è impegnata mediante affidamento in house; il 32 per cento a seguito di gara; il 25 per cento con procedura negoziata; il 7 per cento in convenzione con la Centrale acquisti Consip; e il 6 per cento in economia.
Direi ancora qualcosa sulle politiche infrastrutturali, i cui due filoni più importanti riguardano lo sviluppo della banda larga e lo sviluppo del sistema pubblico di connettività.
Per quanto attiene alla banda larga, la relativa competenza è del Ministero delle comunicazioni, però il Ministro Brunetta ha una delega sullo sviluppo di servizi in banda larga.
Fra l’altro, in questa veste, il Ministro ha partecipato di recente a un’audizione al Senato proprio sulla banda larga. Posso riportare, quindi, qualche dato che, a suo tempo, egli ha esposto.
La banda larga deve essere considerata come l’infrastruttura di base che abilita lo sviluppo economico, la competitività, la coesione e l’innovazione del Paese.
In Italia ci sono oltre 10 milioni e mezzo di abbonati alla banda larga, che è la nostra ADSL. Per numero di famiglie che utilizzano Internet in banda larga, l’Italia si colloca abbastanza in basso nella graduatoria europea: al ventitreesimo posto su ventisette e al diciannovesimo posto quanto a disponibilità di un personal computer.
Rimane un problema di digital divide, ossia di differenziale digitale. Vi è una percentuale di cittadini che, per motivi tecnici, non può accedere alla banda larga. Rimangono in digital divide oltre 5 milioni di cittadini per la prima generazione di ADSL (quindi fino a 7 Megabit al secondo) e 23 milioni per la seconda generazione (fino a 20 Megabit al secondo). Vi è, quindi, anche un problema di infrastrutture.
La pubblica amministrazione è un’importante promotore di servizi alla banda larga, attraverso i molteplici progetti delle pubbliche amministrazioni centrali e locali.
Ritengo che il Governo, anche in connessione con lo stanziamento che viene effettuato sul fondo per le infrastrutture, presenterà a breve un piano proprio per lo sviluppo della banda larga nel nostro Paese.
Dirò ancora due parole sul sistema pubblico di connettivit. Anche questa è un’infrastruttura importante, abilitata alla razionalizzazione di contratti di fornitura di connettività e servizi ICT per la pubblica amministrazione. È un grande sistema, che vede una realizzazione pluriennale.
A oggi aderiscono al sistema pubblico di connettività 61 pubbliche amministrazioni centrali, 18 regioni, 188 comuni, 31 province e 63 tra ASL e Aziende ospedaliere. Già ad oggi si realizza una notevole economia rispetto ai costi di connessione.
Sono previsti ulteriori sviluppi del sistema pubblico di connettività, per cui prevediamo che entro il 2012 esso dovrebbe essere una realtà largamente diffusa fra le pubbliche amministrazioni centrali, regionali e locali.
Per quanto attiene alla pianificazione delle attività, in data 2 ottobre 2008 abbiamo varato e reso pubblico un Piano industriale dell’innovazione, che contiene le linee principali di strategia del Governo e del Ministro Brunetta in materia di innovazione, nonché un progetto per un primo piano operativo per il 2008-2009. Questo documento è naturalmente a disposizione della Commissione e sarà mia cura farlo pervenire alla segreteria.
Il Piano industriale d’innovazione stabilisce innanzitutto di passare da una logica di prototipi e di sperimentazione a una logica di grandi piattaforme di servizio per cittadini e imprese, rendendo quindi visibile alla società civile quello che si fa in materia di innovazione in particolare della pubblica amministrazione. Questo significa stipulare accordi e convenzioni non di rito, ma su progetti concreti fra Ministero per l’innovazione e amministrazioni centrali, fra Ministero per l’innovazione e le regioni e i principali comuni.
Questo Piano è già in fase di attuazione.
Il 2 ottobre scorso è stata stipulata un’importante convenzione con il Ministero dell’istruzione riguardante sia la scuola che l’università, convenzione cui viene data attuazione tramite una commissione mista di cui faccio parte e che rappresenta un’importante iniezione di innovazione nel settore.
Questo, sia pure in sintesi, è contenuto nel documento che farò pervenire alla Commissione.
Oggi, alle ore 11, a Palazzo Chigi è stata siglata una seconda, importante convenzione tra il Ministro per l’innovazione e il Ministro della giustizia, che riguarda sei progetti di innovazione nel settore della giustizia, che possono avere un impatto non irrilevante sull’operatività della macchina della giustizia.
Per quanto riguarda l’operatività di questo piano, sono già state stipulate due importanti convenzioni con due regioni capofila, la Lombardia e la Campania. Queste riguardano la realizzazione congiunta di una serie di progetti, realizzati con le regioni nell’ambito di accordi di programma quadro.
Questo è il Piano industriale di innovazione. In questi giorni, stiamo elaborando un programma di obiettivi di legislatura, che sarà reso pubblico dal Ministro Brunetta entro l’anno, nel quale cerchiamo di categorizzare e riordinare tutti gli obiettivi che il Governo si propone di perseguire in materia di innovazione e che nell’arco della legislatura dovranno condurre a una serie di risultati importanti, concreti e visibili ai cittadini, alle imprese e alla società civile come finora non avvenuto.
Le due sedi sono il Comitato dei ministri per la società dell’informazione e la Commissione permanente sull’innovazione tecnologica delle regioni e degli enti locali entrambe presiedute dal Ministro Brunetta.
Tali sedi assolutamente vive verranno riunite per la prima volta nelle prossime settimane. Prima di riunirle, è stato necessario effettuare un lavoro preparatorio, che ci ha occupato nei mesi scorsi. Posso rassicurare l’onorevole Lanzillotta che verranno riunite a breve e affronteranno una serie di argomenti in uno spirito di continuità con quanto fatto nella precedente legislatura.
La Commissione permanente sull’innovazione tecnologica delle regioni e degli enti locali dovrà non solo riprendere il lavoro eccellente svolto nella passata legislatura, ma anche dettare le linee guida nel rapporto tra Stato e regioni nell’ambito di accordi di programma quadro, che consentano di evitare l’eccessiva frammentazione verificatasi in passato degli interventi fra Stato e regioni in sede di accordi di programma quadro. Sarà quindi fondamentale stabilire un menu di strategie, in cui far rientrare gli interventi cofinanziati tra Stato e regioni.
Sulla posta elettronica certificata, abbiamo una norma vigente per la quale il CNIPA effettua azioni di monitoraggio e verifica di disposizioni in materia di posta elettronica certificata. Tali disposizioni comportano, come ricordava correttamente l’onorevole Lanzillotta, risparmi non irrilevanti.
Su questo il CNIPA si sta muovendo e progettiamo di rafforzare un programma di posta elettronica certificata, estendendo la possibilità di avere una casella di posta elettronica certificata a tutti cittadini italiani.
Riteniamo infatti che questa misura potrebbe essere uno straordinario strumento per attuare la digitalizzazione dell’amministrazione e la dematerializzazione del rapporto tra la pubblica amministrazionec e i cittadini. Si tratta di un progetto importante, di cui stiamo verificando la praticabilità tecnica e la finanziabilità.
Per quanto riguarda la sensibilità del Governo ai risparmi che si ottengono in tema di innovazione, desidero ricordare i risparmi previsti dalle norme in materia di pubblicità, che, sia pure gradualmente, viene sostituita dalla pubblicità sui siti informatici. Attualmente, le pubbliche amministrazioni spendono complessivamente circa 500 milioni l’anno per pubblicità sulla stampa”.