Lettera aperta al Senato sul DDL intercettazioni

L’Istituto per le Politiche dell’Innovazione ha inviato ieri mattina una lettera aperta a tutti i Capi Gruppo del Senato della Repubblica, nella quale ha espresso dubbi e perplessità circa l’infelice formulazione dell’art. 1, comma 28, del ddl, che rischia di determinare un’inammissibile limitazione della libertà di manifestazione del pensiero in Rete.

La citata previsione – balzata all’attenzione nelle ultime ore, e fortemente criticata dai più attenti osservatori dei fenomeni della Rete – sembrerebbe assoggettare il responsabile di qualsiasi “sito informatico” allo stesso obbligo di  rettifica che la Legge sulla stampa (n. 47 dell’8 febbraio 1948) pone a carico del direttore responsabile delle testate giornalistiche.

L’omesso adempimento a detto obbligo entro 48 ore – esattamente come accade nel caso di una testata giornalistica – comporterebbe per il responsabile del sito informatico la condanna ad una sanzione pecuniaria fino a 25 milioni di vecchie lire.

L’Istituto, pertanto, ha chiesto ai capi gruppo del Senato di presentare e votare  un emendamento idoneo a chiarire che l’obbligo di rettifica di cui al comma 28 dell’art. 1 del DDL c.d. Intercettazioni deve applicarsi esclusivamente ai siti informatici di testate telematiche soggette all’obbligo di registrazione alla stregua di quanto disposto dalla Legge n. 47 dell’8 febbraio 1948 ovvero ai soli siti internet attraverso i quali vengono diffuse informazioni prodotte nell’ambito di un processo professionistico realizzato nell’ambito di una struttura imprenditoriale e redazionale.

Già oggi Punto Informatico da notizia della lettera aperta.

Inoltre, l’Istituto per le Politiche dell’Innovazione, in un’ottica ormai costante di confronto, dialogo e collaborazione, ha appena pubblicato e reso disponibile sul Web la lettera aperta, invitando tutti coloro che la condividono a sottoscriverla.

Con la petizione on line tutti insieme sosterremo le ragioni della lettera aperta dinanzi alle autorità competenti e, soprattutto, chiameremo tutti insieme e con forza il nostro Legislatore a questa che sembra proprio un’importantissima, se non decisiva, prova di maturità circa le proprie politiche di innovazione tecnologica.

Redazione

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