Il Consiglio di Stato, con ordinanza n.5364 del 7 dicembre scorso, ha accolto il ricorso presentato da Federsupporter e da Codacons.Le due associazioni contestavano, che per ottenere la tessera del tifoso, gli interessati fossero costretti ad acquisire una carta di credito ricaricabile e quindi a stipulare un contratto bancario, previsione che rischia di condizionare le scelte economiche del tifosoconsumatore.
Il Consiglio di Stato accogliendo l’appello ha motivato la sua decisione considerando che “l’abbinamento inscindibile ( e quindi non declinabile dall’utente) tra il rilascio della tessera di tifoso ( istituita per finalità di prevenzione generale in funzione di una maggiore sicurezza negli stadi) e la sottoscrizione di un contratto con un partner bancario per il rilascio di una carta di credito prepagata potrebbe condizionare indebitamente ( nella misura in cui si provi che l’uso della carta non sia funzionale ad assicurare le finalità proprie della tessera del tifoso) la libertà di scelta del tifoso-utente e potrebbe pertanto assumere i tratti di una pratica commerciale scorretta ai sensi del Codice del consumo; considerato, peraltro, che in tal senso depone il fatto che, per il tifoso, l’ottenimento della tessera appare condicio sine qua per poter essere ammesso, nelle giornate di trasferta della propria squadra, nel reparto dello stadio riservato agli ospiti, di guisa che appare verosimile che l’acquisizione di tale utilità potrebbe indurlo a compiere un’operazione commerciale (sottoscrizione della carta prepagata) che non avrebbe altrimenti compiuto“.
Sulla base di tali motivazioni, i giudici del CdS ordinano al Tar del Lazio di fissare una nuova udienza e discutere nel merito il ricorso, valutando quindi la sussistenza delle illegittimità denunciate dai due enti.