Protesi Pip, Consiglio di Stato: sostituzione in ogni caso

Ritorna l'attenzione sulla vicenda delle protesi mammarie di produzione francese finite al centro di uno scandalo internazionale perché sospettate di essere nocive e di essere state realizzate con materiale facilmente deteriorabile e pertanto esposto a facili rotture.
In seguito al ricorso proposto al Tar Lazio da Codacons, contro il provvedimento emanato dal Ministero della Salute che prevede l'espianto delle protesi Pip  a carico del Servizio sanitario nazionale  solo in presenza di gravi danni fisici,  i giudici di primo grado hanno invitato quest'ultimo a modificare il provvedimento e a valutare soprattutto la possibilità di estendere i principi fissati dal Ssn a tutte le donne che lo richiedono, inserendo in coda alla lista di attesa le istanti che non abbiano una prescrizione medica che attesti la necessità della sostituzione.
Il ministero non solo ha disatteso l'invito, ma ha presentato ricorso al Consiglio di Stato.
Quest'ultimo, con ordinanza n. 3531/2012 della terza sezione, ha ribadito la pronuncia del Tar insistendo sulla revisione delle linee guida.
Per la pronuncia definitiva dei giudici superiori, tuttavia, si dovrà aspettare il prossimo 18 dicembre, giorno in cui avrà luogo la trattazione nel merito del ricorso.
Nel frattempo, quindi, resta confermata la pronuncia dei giudici del Tar, ossia resta valida l'istanza al ministero affinché si adoperi ad apportare modifiche al testo del provvedimento, facendo sì che tutte le donne interessate, anche coloro alle quali non è stato riscontrato nessun danno fisico, possano ricorrere all'intervento di espianto e reimpianto a spese del Servizio sanitario nazionale.

 

 

 

Redazione

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