Il recente Dl liberalizzazioni (Decreto legge 24 gennaio 2012, n. 1 – Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività) ha instituito il “bollino blu della legalità” atto a misurare la legalità delle imprese, controllando e valutando lo status giudiziario dei vari responsabili delle società, i certificati antimafia, la rete delle forniture.
Tale normativa finalizzata ad una più efficace lotta all'illegalità, con riferimento alla tutela dei consumatori e delle imprese, prevede anche una sorta di agevolazione economica premiante per le imprese virtuose sotto forma di assegnazione di un “rating di legalità”.
Le imprese che operando nel rispetto delle leggi,che siano dotate di sistemi anti-corruzione e di codici etici, che denunciano il racket e tentativi di infiltrazione o che aderiscono fattivamente alle associazioni antimafia, verrebbero favorite in termini di priorità nell'aggiudicazione degli appalti pubblici e di accesso al credito.
Questa normativa che ha accolto le proposte più volte evidenziate da magistrati, ricercatori, operatori economici, sembra ispirarsi alle white list previste al momento solo per la regione Abruzzo ed il comune di Milano.
Le white list sono elenchi di imprese giudicate non soggette ad inquinamento mafioso, a seguito di controlli preventivi, dalle prefetture e che, alla luce della loro integrità etica, vengono esonerate per un anno da ogni incombenza burocratica in relazione alla qualificazione anti-mafia.
Tale strumento potrebbe servire a rendere più trasparente il mondo degli appalti e dell'edilizia, e potrebbe essere sperimentato proprio in tale settore.
Intanto il 12 settembre scade il termine per la presentazione di osservazioni alla bozza di Regolamento istruttorio del rating di legalità di cui all'art. 5 ter del Decreto Liberalizzazioni.
Attendiamo gli ulteriori sviluppi.