Tar Catania, diniego di accesso agli atti svolti dalla PA in funzioni di polizia giudiziaria

Il Tar di Catania, sez. I, con la sentenza n. 2220 del 20 settembre 2012, si è pronunciata in tema di diritto di accesso agli atti amministrativi.
Nella specie il ricorrente contestava il diniego di accesso agli atti amministrativi ex L.241/90 oppostogli da un comune catanese. L'istanza di accesso riguardava gli atti di sopralluogo espletati dalla polizia municipale nell'immobile del ricorrente a seguito di segnalazione di abuso edilizio fatta da terzi; il comando di polizia municipale aveva respinto l'istanza in quanto si trattava di accertamenti svolti riguardanti attività di polizia giudiziaria i cui esiti erano stati trasmessi con comunicazione di notizia di reato alla Procura della Repubblica del Tribunale di Catania e pertanto aveva invitato il ricorrente ad inoltrare la richiesta all'autorità giudiziaria competente.
Il ricorrente invece ha presentato ricorso al Tar di Catania contestando violazione e falsa applicazione degli artt. 24 e 25 della L.241/90 e chiedendo l'annullamento del provvedimento impugnato di diniego di accesso agli atti.
Per i giudici amministrativi catanesi della prima sezione, il ricorso però è infondato. Tra le motivazione si legge che l’art. 24 della L.241/90 riguarda il diritto di accesso ai documenti amministrativi e non risulta riferibile agli atti di polizia giudiziaria, ossia a quella attività che, a norma dell’art. 55 c.p.p., si sostanzia nel “prendere notizia dei reati, impedire che vengano portati a conseguenze ulteriori, ricercarne gli autori, compiere gli atti necessari per assicurare le fonti di prova e raccogliere quant'altro possa servire per l'applicazione della legge penale”. In questo caso, specifica il Tar Catania, il Comune ha agito nell'esercizio di funzioni di polizia giudiziaria e pertanto tali atti sono soggetti a segreto istruttorio ai sensi dell'art. 329 c.p.p. e di conseguenza sottratti all'accesso di cui all'art. 24 L. 241/90.
Così motivando ha respinto il ricorso, ritenendo legittimo il comportamento della PA catanese.

Redazione

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